BOAVISTA, una macchia dai forti contrasti dove l’oceano lascia il posto a dune, oasi e a lunghe distese di terra rossa che anticipano la parte più africana dell’isola.
Per arrivare a Sal Rei, capoluogo di Boavista, si segue la rua pitoresca, una strada in pietra, nascosta nel mezzo di un´oasi, percorsa un tempo solo con asini e cavalli. Cinquantacinque km di spiagge, un cerchio perfetto attorno all’isola. Lunghe distese di sabbia bianca e piccole calette, punti di partenza per sub e surfisti o angoli incontaminati dove avvistare tartarughe e balene.
A Boavista non esiste il rumore ma il barulho, un insieme di musica e voci. Voci di donne che vendono frutta al mercato, di bambini che giocano per strada e di anziani che chiacchierano all'ombra dei mandorli.
La sera, invece, solo musica. Si diffondono le note della morna, nata a Boavista per cantare la sodade, la nostalgia dei capoverdiani all´estero. E poi il batuke, la coladera e la passada, a scaldare le notti dell´isola fondendo i ritmi africani a quelli più vivaci del Brasile. Questa è Boavista, lontana dal turismo dei grandi numeri.